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Joe Plumeri (presidente e Ceo di Willis): «La consulenza non soffre la crisi»

di Marco Niada

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8 ottobre 2008

«Siamo in un momento in cui i mercati sono guidati dalla paura e dall'incertezza, con forti reazioni emotive che non badano più ai fondamentali. Nessuno avrebbe pensato che un colosso come General Electric, con un bilancio da centinaia di miliardi di dollari avesse bisogno di 5 miliardi da Warren Buffett». Joe Plumeri, 65 anni, americano di origine italiana, presidente e Ceo di Willis, il broker assicurativo angloamericano terzo al mondo per dimensione, guarda alla crisi in atto sui mercati «Con grande interesse». Secondo Plumeri: «È una crisi senza precedenti perché oggi, contrariamente al 1929, siamo di fronte a forti interventi statali. Siamo in uno scenario completamente nuovo e anche gente con la mia esperienza pluridecennale non ha mai visto nulla del genere. La mappa del benessere è stata ridisegnata nel giro delle ultime due settimane». Plumeri è un veterano dei mercati. Prima di arrivare in Willis nel 2000 è stato per 32 anni ai vertici di Citigroup, dove ha ricoperto la carica di vicepresidente del gruppo Travelers e di presidente di quella che fu Shearson Lehman. Alla Lehman peraltro ci ha rimesso la pensione. «Se ne è andata con il crack dell'azienda. Era in uno schema speciale, noto come Esap, che non ho potuto riscattare. E ciò mi spinge a lavorare con ancora più entusiasmo e attenzione nella gestione dei fondi di quest'azienda per garantire la sicurezza delle pensioni dei dipendenti».

Come vede il settore assicurativo in questa crisi?
Il mercato era già morbido prima della crisi per via dei premi a buon mercato. L'alto numero di rimborsi danni causato recentemente da uragani e inondazioni ha avuto un impatto negativo sulla capacità che viene usata per risarcire i danni e dunque vi è meno danaro per coprire il rischio. Vi è una crescita negativa nei premi e i bilanci devono essere usati per rafforzare gli investimenti.

E il collasso di Aig che impatto ha avuto sul settore?
Aig pesa per circa il 10% della capacità complessiva del settore, pari a 80 miliardi di dollari su un totale di 800 miliardi. In alcune regioni Aig è il maggiore assicuratore. Ora bisognerà vedere quali parti della società verranno vendute per ripagare i prestiti federali e bisogna vedere chi comprerà cosa e come la capacità sarà riassorbita. Sarà importante vedere che accadrà nei prossimi due trimestri. Comunque è stato importante salvarla. Se fosse fallita avrebbe avuto tremendi effetti sistemici.

Quanto peserà la crisi bancaria sulle assicurazioni?
Il settore è stato colpito in differenti misure. Peraltro qualsiasi business che ha bisogno di danaro per operare è colpito perché dipende dalla disponibilità di liquidità.

E il gruppo Willis? Recentemente avete concluso l'acquisizione di Hilb Rogal & Hobbs negli Usa per 2,1 miliardi di dollari.
Sono molto soddisfatto dell'operazione. Ci permette di aumentare il nostro business in Nordamerica dal 20% al 45% del totale. E la conclusione dell'acquisizione, una delle poche importanti negli Usa degli ultimi due mesi, prova la solidità della nostra azienda e la bontà delle nostre strategie. Peraltro, a differenza delle assicurazioni che devono fare leva sul bilancio, in quanto broker assicurativi noi creiamo danaro piuttosto che utilizzarlo. Guidiamo i nostri clienti in un momento di alto rischio consigliandoli tra diverse opzioni. La gente si consulta per proteggere il proprio bilancio nel modo più adeguato. Insomma, è un buon momento per essere in un business come il nostro, con commissioni nette da brokeraggio per 3,2 miliardi di dollari. Abbiamo peraltro battuto la concorrenza nel settore con una crescita superiore dei ricavi per 21 degli ultimi 22 trimestri. Abbiamo peraltro i margini più elevati di tutti. E siamo assai trasparenti. Dai tempi degli scandali aziendali di cui si è occupato l'allora giudice Elliot Spitzer della trasparenza abbiamo fatto una bandiera.

E in Italia?
Da americano di origini siciliane sono fiero delle nostre attività in Italia. Su 141 Paesi in cui operiamo è uno dei cinque che fa meglio, con una crescita annua superiore al 10% negli ultimi quattro anni. Le commissioni nette da brokeraggio hanno superato i 40 milioni di euro. L'amministratore delegato Guido De Spirt sta facendo un ottimo lavoro. Operiamo attivamente in settori come aviazione, agricoltura, energia e farmaceutica. La nostra strategia di penetrare nel mercato delle medie imprese sta dando ottimi frutti.

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